Per la Cassazione, le immagini delle parti comuni del condominio riprese dalle telecamere sono utilizzabili per incastrare lo stalker perché non violano la privacy
L’indagato per stalking può essere raggiunto dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla propria vittima se ripreso dalle telecamere installate per controllare le parti comuni del condominio perché non violano la privacy. Queste in sostanza le conclusioni della sentenza n. 32544/2020 della Cassazione al termine di una vicenda che inizia con l’applicazione da parte del Gip della misura cautelare che prevede il divieto di avvicinamento alla vittima di atti persecutori.